Home » Notizie ed Eventi » Bolsonaro, entusiasta satellite degli USA

Bolsonaro, entusiasta satellite degli USA

1 Dicembre 2018

Il presidente eletto del Brasile, Jair Bolsonaro, sta offrendo i suoi servizi agli USA per aggredire Cuba, Venezuela e tutto ciò che abbia un odore progressista nella nostra America.

Le calunniose e sistematiche dichiarazioni contro la presenza dei medici cubani in quel paese, programma a cui si oppose con veemenza da quando fu proposto dalla deposta presidentessa Dilma Rousseff, rispondono a tale condizione servile e rabbiosamente reazionaria, determinata a convertire il gigante sudamericano in una bellicosa pedina della politica imperialista USA nella regione.

Da qui il tentativo bolsonarista di raggiungere un accordo bilaterale con la potenza del nord per congelare i beni ed i fondi di Cuba e Venezuela, una giocata molto in sintonia con l’interesse del governo di Trump di raddoppiare lo strangolamento economico di entrambi i popoli e di creare le condizioni psicologiche per un qualche tipo di aggressione militare contro la patria di Bolivar. Molto evidenziata dall’estremista di destra John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, con cui Bolsonaro s’incontra oggi a Rio. Tre giorni prima, per realizzare quell’agenda anti-cubana ed anti-venezuelana con i dipartimenti di Stato, del Tesoro e del Consiglio di Sicurezza Nazionale ha spedito a Washington, come suo inviato, suo figlio e deputato Eduardo Bolsonaro, ha riferito il quotidiano O Globo. È noto che il presidente eletto è un grande ammiratore di Trump, che considera una “salvezza per l’Occidente contro il marxismo culturale del globalismo”. L’inquilino della Casa Bianca si è congratulato telefonicamente con l’ex capitano, il giorno stesso della sua elezione, ed ha accettato di lavorare “strettamente” con lui “in materia commerciale, militare e tutto il resto”.

Ma ci sono segnali precedenti dell’interesse del carioca per una relazione “carnale” con gli USA. Bolsonaro si è incontrato due volte, durante la sua campagna elettorale, con il senatore USA Marco Rubio, nemico attivo di Cuba, Venezuela e Nicaragua, paesi della cui destabilizzazione Trump si è incaricato. Come lui, Rubio è un deciso sostenitore del sionismo e del primo ministro Benjamin Netanyahu. L’ultimo degli incontri ha avuto luogo a casa del senatore, a Miami, dove hanno pranzato e parlato per quattro ore. Non è stato comunicato all’epoca, ma è stato divulgato ai media brasiliani e nessuno l’ha negato. È emerso che hanno parlato del Venezuela, del sostegno a Israele e delle armi da fuoco. Rubio ha ricevuto milionarie donazioni dalla National Rifle Association (ANR) e Bolsonaro è sostenitore della libera vendita di armi, per cui è logico sospettare che la sua campagna ricevesse finanziamento dall’ANR. Ma come immaginare questo lungo convivio senza discutere il tema Cuba e dei suoi medici in Brasile? E’ che Rubio non vuole medici cubani in nessun paese, neppure la loro presenza in Brasile è compatibile con l’agenda di estrema destra del suo ospite.

Bolsonaro, con la sua pretesa di imporre inaccettabili condizioni alla presenza dei medici cubani, al di fuori dei termini dell’accordo firmato tra i governi di Cuba, il Brasile e l’Organizzazione Panamericana della Salute che regolava i loro servizi, non ha lasciato, all’Avana, altra opzione che ritirare i suoi medici. In nessun momento la sua squadra si è rivolto alle autorità cubane. Cuba non è solita evacuare i suoi collaboratori da nessun paese a causa di differenze politiche. Neppure dall’Honduras dopo il colpo di stato contro il presidente Zelaya, poiché i golpisti si mostrarono rispettosi dei medici e la concezione fidelista è che questi prestano il loro servizio ai popoli, non ai governi. È il presidente entrante che non voleva i cubani in Brasile. Un atteggiamento crudele, poiché gli isolani prestavano servizio quasi esclusivamente in luoghi in cui  nessun brasiliano o straniero aveva voluto andare quando il governo di Dilma convocò il programma Más Médicos. Sono riusciti a fornire il 90% delle consultazioni offerte nei territori indigeni e si trovavano in molti luoghi inospitali ad ore o giorni dalla città più vicina. L’atteggiamento dei cubani era ineccepibile, sia per la loro competenza professionale -che Bolsonaro ha posto in dubbio- sia per la loro disponibilità in ogni momento e per il loro umanesimo e solidarietà con i pazienti. I collaboratori sono stati sottoposti ad un esame prima di arrivare in Brasile ed erano valutati periodicamente dal ministero della salute. I sondaggi mostravano il 95% di accettazione della loro presenza. La Federazione dei Sindaci e 9 governatori hanno avvertito, con lettere, a Bolsonaro che non avevano con chi sostituirli.

Quasi ventimila professionisti dell’isola hanno realizzato più di 100 milioni di consultazioni nel paese sudamericano. Gli abitanti di circa 700 comuni hanno visto un medico, per la prima volta, al loro arrivo. Hanno favorevolmente modificato gli indicatori sanitari di quel paese ed hanno dimostrato che è possibile promuovere la cooperazione internazionale Sud-Sud. In questo caso con la guida dell’Organizzazione Panamericana della Salute.

di Angel Guerra Cabrera

da Cubadebate

traduzione di Francesco Monterisi

Da: http://it.cubadebate.cu/notizie/2018/12/01/bolsonaro-entusiasta-satellite-degli-usa/

commenti (0)